Il Leno di Terragnolo si trova a circa 3 km a monte di Rovereto e, confluendo con il Leno di Vallarsa, forma poi il Leno di città. Per molto tempo (circa 15 anni) il tratto di torrente preso in esame non è stato pescabile in quanto bandita di pesca. Qualche anno fa il Consiglio Direttivo dell’APDV (Associazione Pescatori Dilettanti Valgarina) ne ha ottenuto la concessione e lo ha riaperto destinandolo unicamente alla pesca a mosca “no kill”, con un numero limitato di permessi giornalieri, otto per l’esattezza.
Il no kill di Terragnolo è lungo circa 2.5 km. E’ un torrente splendido, uno di quei posti ormai non molto frequenti in Italia per la completezza delle note positive: bellezza del luogo, numero di pesci, gestione attenta ed oculata. Insomma un fiume che sa rendere felice il vero pescatore a mosca anche solo per il fatto di camminare lungo le sue rive, scrutare l’acqua cristallina alla ricerca dei pesci, ascoltarne il mormorio nel silenzio rotto solo dal canto degli uccelli.
Iniziando a risalire la riserva dal limite a valle, il torrente si presenta inizialmente con un piccolo lago, con lento decorso dell’acqua, fondo sabbioso con piccoli ciottoli. Non sarà difficile, soprattutto nelle giornate grigie e più tranquille, contare le trote in caccia sial fondo sia a mezz’acqua e non si potrà fare a meno di stupirsi per le dimensioni medie delle nostre amiche: pesci da 40 / 45 cm. non sono certo l’eccezione! Nei sottoriva poi, muovendosi con cautela, si potranno vedere trote da record. Proseguendo, il torrente presenta un tratto vario, interrotto da una briglia: a monte ed a valle di questa per circa 600/700 metri troviamo raschi, lame e correntini. Il fondo è più ciottoloso con zone di acqua talvolta più profonda cosa che rende più difficile individuare il pesce che, comunque è presente in abbondanza. E’ un tratto comodo da percorrere, ampio, senza particolari ostacoli e difficoltà per il lancio. Risalendo ulteriormente a monte il Leno diventa decisamente torrentizio con buche, cascatelle e grossi sassi che rompono la corrente, a tratti anche un pò infrascato: è qui che ogni buca può riservare la gradita sorpresa della trota “di taglia” e quando dico “di taglia” mi riferisco a pesci dal kg. in su. A mio parere la cosa più bella di tutto ciò è che la popolazione di trote è assolutamente naturale, nata e cresciuta nel fiume. Infatti potrete imbattervi in un numero eccezionale di ibridi di marmorata e fario alcune delle quali presentano macchie Parr anche da adulte.
Non mi sento di dare consigli riguardo alle mosche da usare: ogni amico pescatore saprà scegliere in base al momento, alla stagione ed alla propria esperienza e capacità di osservazione. Posso invece suggerire di evitare le giornate calde, limpide primaverili ed estive, non solo per la ben nota negatività di queste situazioni sull’attività delle trote, ma soprattutto per la presenza di gitanti, bagnanti e quant’altro (in particolare nel tratto a valle). In queste situazioni le trote , ben nascoste per buona parte della giornata, dimostrano un’attività quasi frenetica solo al calare della sera ed in quei momenti un artificiale ben presentato darà sicuramente buoni frutti!
La stagione di pesca inizia il primo maggio e termina il trenta settembre. E’ possibile spostarsi nella medesima giornata su altre zone No Kill gestite dall’APDV e si può pescare anche il venerdì.
Per concludere ritengo il Leno di Terragnolo un torrente magnifico (le fotografie allegate danno solo una pallida idea della realtà) che offre ai pescatori la possibilità di riprendere contatto con un corso d’acqua naturale.
Ricordate di prenotare l’uscita di pesca, dato il numero limitato di permessi giornalieri. Per sapere dove vengono rilasciati potete consultate il sito internet dell’APDV: http://www.apdv.org . Valutate, inoltre, l’opportunità di usufruire del servizio guida messo a disposizione nel fine settimana e, perché no, anche di apprezzare l’ottima cucina ed il buon vino del Trentino nelle numerose trattorie della zona. Non avrete che l’imbarazzo della scelta !!
Nicola Chiappinelli